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FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONE

E’ stato il campione più talentuoso, spettacolare ed amato del SuperTurismo dell’ultimo quarto di secolo. Schietto, diretto, mai banale. Pluricampione europeo con l’Alfa e al top anche in Inghilterra, tratteggia la sua breve esperienza con la V6Ti e smitizza la sua predilezione per la trazione a nord.


Il duello con Karl Wendlinger a Varano sul bagnato, scritto in maiuscolo grassetto nella storia del motorsport. O quello a distanza con De Simone a Pergusa nel 1997, quando il primo intermedio lo sanciva perdente, ma gli scacchi lo battezzarono invece incredibile poleman di giornata dopo un giro di qualifica stellare, degno del miglior Ayrton Senna da combattimento. Ed ancora le bagarre tremebonde con Jason Plato, feroce rivale di mille battaglie all’ultimo moncone di sportello, dall’altra parte della Manica.

FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONEFabrizio Giovanardi da Sassuolo, paese dirimpettaio di Maranello, è forse l’ultimo dei mohicani. Di quella stirpe nuda e cruda, che alle auto iper-sofisticate e tecnologiche, preferiva quelle a componente umana rilevante. Quelle, per intenderci, abbastanza brutte, sporche e cattive. Perché la materia grossa della performance, l’aveva da metter lui. Talento di razza a parte, felino nell’istinto e cannibale nell’indole, ha acceso come nessuno prima e nessuno più, le fantasie degli appassionati del SuperTurismo. Indomito nel body to body, implacabile sul bagnato, quasi orgasmico nell’affrontare le gare sempre e solo con le lancette puntate ad est. La sua biografia da corsa si avvia nel 1982, su un Kalì Kart. Il percorso a ruote basse lo porta prima nelle file del Tony Kart Team ufficiale, anno solare 1985, stagione trionfale in cui conquista addirittura 17 vittorie su 20 partenze. Il 1986 diventa l’anno della consacrazione mondiale, con la vittoria del titolo iridato di classe 125 C, conquistato sulla celebre pista di Pomposa.

Nel 1988 vince due gare in F3, su una Reynard 2000, chiude il campionato al terzo posto e si aggiudica il prestigioso Casco d’Argento assegnato dal noto settimanale AutoSprint, che nel 2008 sarebbe diventato d’oro, per le sue roboanti vittorie nel Btcc. L’ultimo anno del decennio ’80 lo vede impegnato in F3000, con la vittoria al debutto a Vallelunga. Non sarà però una parentesi felice della carriera di Piedone, che scontò i troppi problemi del team del tempo, riuscendo ad azzannare solo un altro podio in Francia e qualche piazzamento. Nella stagione 1991 inoltrata approda così al SuperTurismo, vincendo 5 manche delle 8 corse nella classe D2, correndo con la Peugeot 405 Mi16, con la quale si laurea Campione Italiano di Classe S2 della stagione 1992, mentre nel 1993 è vicecampione italiano assoluto sulla stessa berlina del Leone, a differenza del 1994 in cui chiude sul podio basso finale. Nel 1995 inizia quella che sarebbe stata nel tempo la sua straordinaria epopea griffata Alfa Romeo, con la prima annata che lo vede vincitore al Mugello e terzo finale nel campionato. L’anno successivo, lo consacra al quinto posto finale con le due affermazioni del Mugello e poi sesto nel SuperTurismo spagnolo, con tre successi. Nel 1997 arriva la prima vittoria di un campionato, quello iberico, che lo consacra dopo tre acuti: non gliene bastano cinque invece, per andare oltre il titolo di vice-campione nel Super Turismo italiano.

FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONEL’appuntamento con la vittoria finale della serie però era solo posticipato, con la conquista del doppio titolo italiano nel biennio 1998-1999, portando al debutto la neonata 156, che gli consentì di capitalizzare la sua egemonia velocistica centrando rispettivamente ben 15 vittorie totali (8+7). Il triennio 2000-2002 è il più scintillante per Piedone, tre volte campione europeo superturismo con l’Alfa 156: due volte nella versione Ts e l’ultima nell’esecuzione Gta.

Nel 2003, il crocevia della carriera di Fabrizio Giovanardi, che passa dalla trazione a nord a quella a sud, sbarcando alla Bmw. L’alchimia Giovanardi/320 suscita grandi aspettative, ma purtroppo i risultati potenziali non si traducono in quelli reali.

L’analisi del pilota emiliano è ferma e decisa: Sono tutte chiacchiere da bar che io non fossi abbastanza competitivo anche con la trazione posteriore, perché la Bmw dopo poco volle interrompere il programma per motivi estranei al nostro impegno e mi boicottò. Questa è la pura verità, il resto sono solo interpretazioni scollegate completamente dalla realtà.

Fabrizio, perché non hai mai chiarito come siano andate realmente le cose in quel periodo con la Bmw, che resta una delle pochissime ombre sulla tua strepitosa carriera?

Perché? Perché se non hai avuto i risultati, cosa ti metti a dire? Che la casa madre abbia dovuto cambiare completamente progetto e che quindi io non fossi più seguito e anzi letteralmente boicottato? Sarei passato per quello che non vinceva e così parlava per frustrazione. Mentre io so che non sia stato così e i motivi sono quelli che vi ho detto.

FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONELe tue imprese sul bagnato e la tua velocità istintiva, non fanno effettivamente pensare a una tua difficoltà oggettiva con la trazione posteriore..


Nessun problema con la trazione posteriore. Io quando vado in macchina penso ad andare forte e basta. Anche in quella sfida là a Magione con Wendlinger, mica stavo a pensare che avessi solo la trazione anteriore e lui l’integrale. Pensavo ad andare al limite. Stop. A me tutte ‘ste storie di anteriore o posteriore non mi interessano proprio. Se hai la squadra che ti segue ottieni le vittorie, altrimenti no. I miei risultati con l’Alfa lo confermano. Io, specialmente nel periodo Nordauto, ma non solo, andavo d’accordo con i tecnici, facevo un bel lavoro di squadra e i risultati arrivavano. Tutto qui.

Il tuo impatto con la 155?

Beh, quella macchina ci ha fatto uscire un po’ pazzi. Non è stato facile farla andare subito forte..ci siamo arrivati per gradi, ma la 156 era molto superiore…Poi la concorrenza si chiamava Audi e Bmw e davvero non potevamo mollare un centimetro, anche se noi non ci siamo mai fatti impressionare troppo da questo..

Telaio della Tipo e dietro bracci tirati della Delta Integrale. Un mix di economia e tecnologia..

Infatti!…Da quando ci son salito la prima volta a quando è finita la mia parentesi con la 155, è migliorata veramente tanto..

156. Che mi dici?

Sicuramente una tavola tecnica molto più evoluta della 155, più raffinata tecnicamente in tutto. Aveva una base migliore sia come telaio che come aerodinamica. Il motore per regolamento non poteva essere chissà quanto superiore, ma per il resto non c’era partita. Era un progetto decisamente superiore.

FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONEQuelle sospensioni davanti a triangoli erano abbastanza corsaiole, permettevano assetti più spinti delle Mc Pherson..

Vero, ma anche là non credere che sia stato tutto facile. La 155 aveva bisogno di più attenzione in senso generale, ma su quello schema davanti ci abbiamo dovuto lavorare. Le regolazioni non erano sempre immediate, ma spesso vincenti. Mi sono divertito, è stato un gran periodo con una grande squadra ed una grande auto. Bello.

Il 1° febbraio 2001, Fabrizio Giovanardi fece il suo debutto al volante di una Ferrari di Formula 1 come collaudatore, per sostituire Badoer infortunato in un brutto crash a Barcellona: dei test sul rettilineo di Vairano con una F1-2000 per una serie di prove aerodinamiche. A luglio dello stesso anno Fabrizio tornò a girare ancora a Vairano per un’altra due giorni di aerotest, stavolta al volante di una F2001. La soddisfazione così, di aver provato due miss campioni del mondo.

Se ti dico Pergusa?..Ricordiamo i tuoi passaggi a volo radente su quelle chicane, che facevano impazzire il pubblico ed anche gli avversari.. 

Eh..gran bella pista quella..che bei ricordi..Ma sai, là è questione di scelte. L’unico posto dove potevo recuperare qualcosa era tagliando al limite le doppie varianti, per cui c’era poco da pensare. Tenevo giù e cercavo di essere preciso di sterzo, la macchina c’era e mi veniva istintivo. Mi sono davvero divertito da quelle parti..

Un pilota che ti ha sempre ispirato?

Secondo me nessun pilota ha veramente un idolo, perché ognuno pensa di essere il più veloce di tutti. Diciamocelo..

FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONESei astruso dal mondo delle corse o ancora le segui?

No, non mi ritengo astruso, sebbene non stia correndo stabilmente, eccetto l’ultima apparizione recente. Semplicemente le corse mi piace farle e non guardarle, tutto qua. Non mi ha mai affascinato osservare dall’esterno, ma piuttosto correre.

La F1 la segui?

Ma anche no…per addormentarmi? Cosa dovrei guardare? Questi pilotini telecomandati che sembra guidino robot? Io sono degli Ayrton Senna, dei Valentino Rossi, di quelli che qualunque mezzo abbiano avuto in carriera, sono andati sempre forte. Ayrton si, era uno speciale. Nella F1 di ora, le auto fanno troppo la differenza e purtroppo sempre meno il pilota. Guarda Fernando Alonso!..Un manico di quel livello dov’è relegato? Dai.. A quei tempi era diverso..

La tua esperienza con la 155 V6Ti non ha portato i frutti sperati, ma l’accoppiata fra il tuo talento e la qualità della macchina sembravano detonanti..

Dillo a me..guarda, ho fatto delle gran litigate con Giorgio Pianta che non hai neanche idea…ci sono storie dietro che sarebbero troppo lunghe da raccontare, di certo quando ho corso con quella macchina sono andato subito forte, mi ricordo ancora di quando fossi in testa nettamente e lei si ruppe..ero a Norimberga e comandavo la gara..poi mi esplose la macchina anche a Hockeneim, in prova. Io dovevo fare il programma ufficiale del’96, c’era anche in essere un avvicendamento contrattuale con la Jas. Se avessi corso stabilmente, avrei vinto anche con quella..

Che giudizio hai della Turismo Internazionale? Una vera star per il pubblico del motorsport, che la adora..

Non mi garbava tantissimo in realtà.. Macchina eccezionale ok, ma troppo tecnologica e sofisticata. Io amo le auto più semplici, rozze, che danno più spazio alle capacità del pilota in senso stretto. Io amo guidare e non essere troppo assistito. Nelle auto di serie ammetto tutta la tecnologia e la servo-assistenza possibile, per quanto mi riguarda le auto potrebbero anche guidare sole, ma nelle corse non amo l’esasperazione.

FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONEL’esperienza inglese: raccontacela umanamente e sportivamente..

Beh, agonisticamente che vuoi che ti dica, alla grande, ho vinto due campionati nel 2007 e nel 2008 con la Vauxhall (l’Opel in Inghilterra), oltre a parecchie gare. Umanamente devo dire che è stata un’esperienza molto interessante. Oggi non ci sono più i capitali dei decenni precedenti e i Costruttori si allontanano. Bisognerebbe invece invogliarli a tornare, contenendo le spese e permettendogli di esprimere. Nel Btcc vedere 40-50 mila spettatori ad ogni evento, era normale ed è gratificante correre così.

Inglesi più rigorosi?

Si, rigorosi mi sembra una parola giusta. Comunque sono molto diversi dagli italiani nell’approccio, in tutto. in Inghilterra è un mondo completamente diverso, sono proprio le factory di F1 che interagiscono affinchè tutto il motorsport resti interessante oltre alla F1 stessa, mentre qui da noi non succede. Una categoria con l’altra, non ha sinergia.

Le tue battaglie infinite con Jason Plato..

Ci siamo sempre sfidati all’ultimo metro, le corse devono avere questo come essenza, la lotta. E’un vecchio volpone.

Tra i circuiti in calendario quale preferisci?

Le piste inglesi mi piacciono, in linea generale. C’è Oulton Park, come Brands Hacht versione lunga…non sono le classiche piste piatte da F1, bene o male ti diverti un pò in tutte.

Ti senti ancora competitivo? Se ti offrissero un programma in pista, accetteresti?

Certo che mi sento ancora veloce!.. Andare in auto è come andare in bici, mica ti dimentichi come si fa..se mi offrissero un programma serio e non per bruciare gomme e benzina a vuoto, lo valuterei, sebbene gli impegni lavorativi non mi manchino.

Giovanardi tutti i giorni, che tipo di auto guida?

Mah, niente di che..un normalissimo Suv a due ruote motrici con cambio automatico.

Hai mai corso in salita?

Si’,è successo una volta e se non ricordo male ho anche conquistato la classe, ma non vorrei sbagliarmi.

Cosa ne pensi delle cronoscalate?

Gare con il loro fascino, certamente difficili e impegnative, ho grande rispetto per chi le fa.

FABRIZIO GIOVANARDI: IL MIO NOME E’ PIEDONEHai mai guidato la Delta S4?

Purtroppo no, ma ho avuto la soddisfazione di mettermela dietro con una 037. Bella situazione quella..

Raccontacela..

Un bel mostriciattolo, andava, andava..macchine da corsa veraci, vecchio stile, posteriore pura..

 Il titolo più bello fra quelli vinti?

Non ho dubbi, quello del 1999 vinto contro Naspetti. Era praticamente perso e ho raddrizzato la situazione vincendo di tre punti. Fantastico..sette vittorie in stagione e una gran bagarre anche con De Simone..stagione durissima ma appagante.

Le vittorie che rammenti con maggiore soddisfazione?

Ma sai, Pergusa è una pista che mi dice bene. E’quella in cui ho i più bei ricordi forse..mi spiace che oggi non si corra più come un tempo, è un peccato, era bellissima e velocissima, un tracciato dove mi sono sempre espresso bene.

Al palmarès del fuoriclasse emiliano non mancano vittorie e performances di altissimo livello con la Porsche Panamera, nella serie SuperStar.

Fabrizio Giovanardi sarà lo special guest del Trofeo Natale Nappi, organizzato dalla Scuderia Vesuvio per l’ultimo week end di novembre, sulla pista di Battipaglia. Per l’occasione guiderà la sua 155 D2 ufficiale del tempo, da anni di proprietà di Luigi Sambuco.

Francesco Romeo

Foto di testa: www.zimbio.com

Foto 405 e Bmw 320: www.touringcartimes.com

Foto F1. www.ferrari.com

Altre foto profilo facebook personale, autore Tim Davies

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