CRONOSCALATE

FORGHIERI CAMPIONE EUROPEO DELLA MONTAGNA

Non solo mondiali in F1 e nei Prototipi, ma anche il papà della formidabile Ferrari 212 E che stravinse nel 1969 il titolo continentale salita e nel 1971 quello italiano. Addio ad una delle figure più quotate del motorsport planetario. 

Figlio unico di un quotato tornitore che gli trasferì la passione per la meccanica pura, genitore che lavorò anche alla Ferrari divenendo uno dei motoristi più apprezzati del Reparto Corse, Forghieri si laureò nel 1959 in Ingegneria meccanica all’Università di Bologna, presentando come tesi un motore bicilindrico piatto e fu presto assunto alla Ferrari per il reparto motori, insieme a Gian Paolo Dallara che invece fu assegnato alla divisione autotelaio. 

Il licenziamento di Carlo Chiti e l’assunzione proprio di Dallara alla Maserati, gli schiuse le porte della direzione del Reparto Corse della Ferrari, ove coordino’ sia i progetti delle monoposto di  Formula 1 che delle vetture Sport Prototipo. 

Agli inizi della sua carriera, Forghieri fu chiamato a modificare il retrotreno della celebre 250 GTO, la Ferrari più esclusiva e costosa di sempre: fu questo uno dei primi lavori firmati a Maranello. 

Nella sua lunghissima stagione in rosso vinse sei volte il Mondiale Marche, di cui l’ultimo proprio 50 anni fa e fu fra i protagonisti del celebre arrivo in parata alla 24 Ore di Daytona del 1967. 

Nel 1969 inoltre, vinse il Campionato europeo della montagna con la straordinaria Ferrari 212 E, auto che si impose in tutte le gare e registrò anche i record del tracciato in ogni tappa tranne che a Rossfeld, conquistando anche la Saline- Volterra del 1969, gara valida per il Campionato Italiano Salita. Alla fine di quella stagione l’unico esemplare del modello fu venduto al pilota privato Edoardo Lualdi Gabardi, che conquistò il Tricolore Salita  nel 1971, per poi essere venduto a dei collezionisti. 

FORGHIERI CAMPIONE EUROPEO DELLA MONTAGNA

La 212 E pesava solo 5 quintali ed aveva un motore da due litri e 300 cv, per quasi 12000 giri di rotazione massima e fu approntata dalla Ferrari per vincere ancora il titolo europeo di velocità in salita dopo alcuni successi in sequenza colti dalla Porsche. Appartiene oggi ad un facoltoso gentleman driver austriaco, presente alla Bologna-San Luca del 2022. 

In Formula 1 Forghieri visse la sua prima vittoria al Gran Premio di Germania del 1963, con Surtees a bordo della Ferrari 156 F1-63, pilota che vinse il titolo piloti e costruttori l’anno dopo, questa volta su Ferrari 158. 

Il 1968 fu un anno epocale per lui, perché durante il Gran Premio del Belgiol’ingegner Forghieri introdusse i primi alettoni in una monoposto di Formula 1, soluzione poi diventata di utilizzo universale in tutte le auto da corsa con un’evoluzione costante ed arrivata in forma sempre più estrema sino ai giorni nostri.

Gli anni settanta lo conclamarono al più alto livello mondiale quando progettò la proverbiale serie delle monoposto 312, dove 3 indicava la cilindrata di 3 litri, 12 i cilindri e la T il cambio trasversale. Queste vetture, spinte da un propulsore a 12 cilindri “piatto”, vinsero 4 campionati del mondo costruttori di Formula 1 e 3 titoli piloti (con Niki Lauda e Jody Scheckter). 

Gli anni’80 sancirono il passaggio della Ferrari ai motori turbo, e lui lo cavalco’ progettando la serie 126 (126 CK, 126 C2, 126 C3 e 126 C4), che vinsero il mondiale costruttori nel biennio 82/83. 

Con Mauro Forghieri al timone, la Ferrari ha vinto 54 GP, 4 mondiali piloti e 7 titoli allori costruttori, restando ad oggi la seconda epopea più vincente di sempre dopo quella di Schumacher e Rory Byrne. 

Nel 1984 terminò il suo impegno a capo del Reparto Corse e si dedicò così alla progettazione di alcune concept car in seno all’ufficio Ricerche avanzate, per poi concludere definitivamente il suo ciclo in rosso nel 1987 e passare alla Lamborghini Engineering, ove Forghieri concepi’ un V12 che partecipò al mondiale del 1989 con la monoposto Larrousse.

FORGHIERI CAMPIONE EUROPEO DELLA MONTAGNA

Le buone performance offerte da questo propulsore spinsero l’uomo d’affari messicano Fernando Gonzalez Luna a finanziare un’intera vettura, che dopo varie peripezie nacque anni dopo con i colori del neonato Modena Team. Dopo quella parentesi poco fortunata, Forghieri fu nominato direttore tecnico della rinata Bugatti, restandoci solo due anni, mentre nel 1994, in qualità di esperto, fu anche chiamato a testimoniare al processo per la morte di Ayrton Senna, avvenuta ad Imola nel 1994. 

Assieme a Franco Antoniazzi e a Sergio Lugli fondo’ la Oral Engineering Group, società di progettazione meccanica. 

Oltre alle monoposto di F1 vincenti ed ai suoi motori, di Forghieri si ricordano anche le sperimentazioni sotto la sua guida del primordiale cambio al volante con Gilles Villeneuve ed a seguire del Comprex e dell’EmulSystem, sistemi questi adibiti alla sovralimentazione il primo ed alla gelatificazione della benzina il secondo, atto ad abbattere le temperature sui motori turbo. 

Non meno importante fu anche lo spazio accordato al compianto ingegnere britannico Harvey Postletwhaite, chiamato all’introduzione di strutture a nido d’ape e di adesivi strutturali sulle Ferrari da F1 dei primi anni ottanta. 

Articolo di FRANCESCO ROMEO 

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