
La storia di un pilota qualunque.
Ciao Pietro hai 5 minuti per me? Ti vorrei raccontare una storia.
Perché no, ma dimmi almeno chi sei.
Non importa chi sono; sono un pilota qualunque di quelli che corrono in salita e la mia storia è simile a quella di molti di noi.
Genesi della Passione
Da bambino abitavo in un paesino della Lombardia così piccolo e sperduto che si chiamava Sparsinica sulla strada per il Passo del Vivione.
Su quella strada sterrata passava un rally famoso, la Liegi Roma Liegi.
La gara si correva di notte ed i fari si vedevano da lontano e quando le macchine sfrecciavano davanti a casa, sentivo il rumore degli scarichi aperti e l’odore dell’olio bruciato.
La mia passione è partita da lì; un giorno anche io avrei voluto avere una macchina da corsa.
La Mitica Malegno Borno
A quattordici anni partivo da Temù con il Cimatti per andare a vedere la Malegno Borno.
Erano i tempi di Nesti, di Peter Schetty, di Franco Pilone, di Noris, di Tambone, di Gilena del “Piero del Badet”.
Le macchine sfrecciavano a pochi centimetri dal pubblico che affollava tutti i prati.
Era una festa.
Io annusavo l’odore dell’olio di ricino e pensavo che a questa gara volevo partecipare anche io.
Non sapevo che prima essere allo start della Malegno con una zoppicante Saxo N 1600, sarebbero passati ben 39 anni…….
I tempi del go kart
Il salto nel tempo è lungo, ho già 39 anni, e nel frattempo ho messo su famiglia ed ho un lavoro stabile.
Sono uno dei cosiddetti “commerciali”, per me il lavoro è molto importante, mi piace quello che faccio e sono così fortunato che mi diverto a farlo. Il lavoro mi dà finalmente quell’indipendenza economica che mi permette di iniziare la mia avventura a quattro ruote.
Ora abito in Veneto e, vicino a casa, c’è la pista di Caselle d’Altivole.
Mi dico: inizio con il go kart (come Senna), imparo bene il controllo del mezzo e poi passo a correre in macchina. Solo che io ho già 39 anni… quindi inizio quando tutti gli altri smettono!
Quindici anni dopo, con in archivio le radiografie di un paio di incidenti di quelli seri, a 54 anni, decido che forse il go kart è uno sport troppo impegnativo per la mia età…
E’ giunto il momento di correre in macchina.
60 corse dopo
Oggi corro in salita.
Faccio anche io parte di quel microcosmo che si ritrova ogni fine settimana in ogni parte d’Italia.
L’ambiente della salita è esattamente come mi aspettavo; un bell’ambiente.
Le gare sono quasi sempre in posti piacevoli e quindi si possono portare mogli e figli, c’è il pubblico che ti sprona e quasi sempre sa chi sei, anche se non sei uno di quelli famosi.
Tu li vedi dalla macchina anche mentre sali, sai dove si sono messi i tuoi amici e passando, stacchi la mano dal volante (rischiando di andare a muro) e li saluti.
Mentre scendi, tra una manche e l’altra le persone sono in mezzo alla strada e ti danno il cinque. Ti viene da piangere per l’emozione….
In salita ci sono anche “i piloti” quelli veri, quelli che hanno le macchine con i numeri più bassi.
Loro sono quasi dei professionisti eppure, nelle gare in salita, può capitare che Simone ti dia una spinta quando la tua macchina non parte, fai due chiacchere con Christian, Cinzia e Gino, scherzi con Federico dal grande piede e con Daniela (che ti sta davanti al Bondone), con Marco, Stefano, Franco, Omar, Diego, il Fulvio della Carolina……
Ma i piloti veri sono forse 20, tutti gli altri sono come te.
Corrono solo per passione, senza sponsor, pagando di tasca propria.
Corrono solo quando possono, senza far mancare nulla alla famiglia, con le gomme vecchie di tre anni e la macchina che non sta in strada (chissà perché).
Se hanno finito i soldi si risiedono sul muretto e le gare le guardano solamente.
Naturalmente ci sono quelli del tuo “Team”. Quelli più importanti.
Ti seguono ovunque e sono anche amici oltre che meccanici, Christian, Diego, Luciano, Francesco, Stefano. Ti mettono a disposizione l’officina e stanno alzati la notte a lavorare sulla tua macchina.
Arrivano con il Ducato d’epoca, aprono i gazebi, stendono i teli e subito ti sembra di essere in Formula 1.
Possono riparare in tempi record qualsiasi rottura e possiedono ogni tipo di ricambio (naturalmente riciclato….); con sapienti colpi di martello sistemano la carrozzeria che il tuo amico Adriano ha stropicciato sul guard rail e lo rimettono in corsa per gara 2.
Adriano
Tutti hanno un amico come Adriano.
Adriano è un caso particolare, ha un grande piede, un’azienda sulle spalle e (purtroppo per lui e per te), nessuna paura, come se avesse 20 anni.
Avete corso insieme in go kart per tanti anni e l’amicizia si è consolidata su quelle piste anche se lui ti stava quasi sempre davanti.
Tu lo hai convinto a correre in salita ed ora ti senti responsabile anche per lui.
Ad ogni manche lo segui fino in partenza e dal finestrino gli fai segno di connettere il cervello.
A volte lo connette a volte no.
Quindi sei sempre lì che aspetti la sua telefonata dal traguardo e, se non arriva, speri che abbia solo rotto qualcosa.
La Gara
L’anno prossimo saranno sessanta anni eppure te ne senti solo trenta.
Dopo sessantacinque gare ormai, non c’è più nessuna tensione, tra Sabato e Domenica dormi come un Papa.
Tutto è pronto, Christian, Diego e gli altri hanno lavorato fino a tardi e la macchina sembra essere in ottima forma.
Ora dipende solo da te.
Dentro però, c’è come una specie di freno, sai che, anche se darai il massimo, non sarà tutto quello che la macchina potrebbe esprimere.
Lei, va molto più forte di te.
Ma Lunedì c’è l’ufficio, l’officina, il negozio. Non puoi permetterti di fare errori.
Ci sono moglie e figli che ti guardano, non puoi farli preoccupare.
La gara non si deve interrompere proprio quando tu sei appena partito.
In te c’è il freno che altri non hanno ma non importa, tu lotti anche e soprattutto con te stesso.
Lo scorso anno avevi già 58 anni eppure stavolta hai fatto 5 secondi meno e questo ti ripaga di tutto.
Questo è il bello delle salite.
Bella storia! Ma alla fine si può sapere chi sei?
Caro Pietro, non te lo dico però ti do un indizio, il mio motto è “Age is not a limit”
Grazie dello spazio su Il Tornante ed alla prossima!