WRC

Roberto Daprà e la seconda alba del WRC: “prosegue un viaggio da sogno”

Il pilota trentino sta per ripartire dal Rallye Monte-Carlo per la sua seconda stagione consecutiva nel Mondiale, sempre con i colori di ACI Team Italia. “Onore e privilegio essere arrivati fin qui. L’obiettivo? Fare un passo avanti, ma con equilibrio”.

All’alba di una nuova stagione sognare non è peccato, soprattutto se il sogno ti sembra di viverlo ormai da qualche anno. È la storia, ancora giovane, di Roberto Daprà. Compirà 24 anni il prossimo 25 aprile il ragazzo di Roveré della Luna, cresciuto nella provincia di Trento giocando – ebbene sì – a calcio. Proprio così, uno dei migliori talenti rallistici che abbiamo oggi nel Bel Paese ha questa “macchia” nel passato, vista spesso dai puristi come l’antitesi del traverso per eccellenza. La “redenzione” è arrivata in adolescenza, quasi per caso e da lì in avanti il pallone è rimasto da una parte, incastrato in un angolo, sotto la marmitta. Oggi, dopo cinque anni di carriera al volante, Daprà si affaccia all’alba della sua seconda stagione nel Mondiale come pilota di ACI Team Italia, con sogni e ambizioni più che mai concrete: “per me è un onore rappresentare l’Italia in un contesto come quello del WRC – racconta Roberto mentre si prepara al via nell’ormai prossimo Rallye Monte-Carlo – mi accorgo di avere un ruolo privilegiato e un’opportunità che tutti i giovani vorrebbero vivere. Il Mondiale è l’apice e devo essere riconoscente ad ACI, a Pintarally, alla mia famiglia, Vieffecorse, Delta Rally e tutti gli sponsor che credono in me. È grazie a chi mi ha sostenuto se sono riuscito ad arrivare fin qui, non posso e non voglio dimenticarlo. Ora però non è il momento di tirare le somme, anzi…”. Giovane, ma lucido.

Roberto Daprà è quindi pronto per il secondo anno consecutivo in gara per il WRC2, stavolta sulla Skoda Fabia RS Rally2 conosciuta lo scorso anno solo nel finale di stagione all’interno del Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco. Confermata quindi la squadra di sempre con il navigatore Luca Guglielmetti, compagno di successi sin dall’Europeo, seduto sul sedile di destra della vettura preparata da Delta Rally: “la macchina è più performante rispetto a quella dell’anno scorso. Per certi versi è proprio un’altra macchina. Ma bisogna rimanere con i piedi per terra e ragionare sulle prestazioni, chilometro dopo chilometro. Non sarà più apprendistato, perché lo abbiamo fatto lo scorso anno, ma proveremo ad avvicinarci il più possibile ai migliori della categoria pur conoscendo la grande differenza d’esperienza e di chilometri a disposizione” commenta sincero Daprà.

Nel WRC2 il parterre è sicuramente di grande spessore: “per noi c’è ancora tanto da fare visto il livello degli altri. Diversi piloti hanno almeno 5 o 10 anni di permanenza nel circuito del mondiale, e frequentano da anni alcune di queste gare, come Grecia e Portogallo su tutte. Il nostro primo anno ci ha offerto comunque qualche riferimento e proveremo a sfruttarlo”.

Il percorso stagionale del 2025 per l’equipaggio di ACI Team Italia Daprà-Guglielmetti sarà quindi simile, in parte: “Montecarlo, Portogallo, Sardegna e Grecia ci offriranno qualche riferimento conosciuto nel mondiale, ma anche delle Canarie conosciamo qualche dettaglio grazie alla partecipazione fatta due anni fa nell’Europeo” le Isole Canarie portano alla mente i dolci ricordi della vittoria nel FIA ERC4 e del titolo sfiorato nello Junior ERC. “Le ultime tappe chiaramente verranno messe a punto durante la stagione. Tra quelle che restano è molto interessante e stimolante il Giappone, ma vedremo”.

Insomma, il percorso nel Progetto Giovani di ACI prosegue e la carriera per Roberto Daprà è ancora tutta da scrivere. Intanto il viaggio fatto ha lasciato comunque dei segni indelebili: “l’esperienza degli anni con la tuta di ACI Team Italia mi ha portato sicuramente tanta sicurezza. Lo scorso anno è stato soddisfacente, perché abbiamo portato a termine una stagione con la testa, senza grandi errori e portando a casa tutti i chilometri possibili con un margine per migliorare ancora”.

Una crescita che va oltre la dimensione di tuta e casco, e si estende nella sfera personale: “crescere in un mondiale vuol dire abituarsi a quattro giorni di gara, quasi il doppio dell’Europeo. All’inizio ho fatto fatica, perché pagavo molto e non potevo comunque sbagliare. Devi saper stare indietro e mantenere i nervi saldi. Ho conosciuto un mondo diverso rispetto a quello dell’Europeo e dell’Italiano. Ora siamo arrivati vicini all’apice e vediamo di fare sempre passi avanti. Avvicinandoci alla vetta, per quanto possibile, un passo alla volta”. 

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio