TIVM: SCOLA & SILA, QUESTIONE DI CUORE
Per il pilota della Scuderia Ateneo tre vittorie, un record ma soprattutto un rapporto viscerale fra la sua famiglia e la grande classica intitolata al nonno, di scena nel week end.
Come correre fra le stanze di casa.
Il rapporto fra gli Scola di ogni generazione e la Coppa Sila, è qualcosa che va oltre i palmares, le nomee costruite nel tempo o i Trofei dedicati, ma si genera istintivamente in chiunque rechi quel cognome nel suo documento.
Per Domenico la celebre crono silana ha un’importanza quasi viscerale per questioni territoriali e familiari e rappresenta anche un orgoglio per via della sua estrema difficoltà e del suo essere una salita old style nella più pura essenza.
La Coppa Sila infatti, intitolata al compianto Don Mimi’Scola, resta una delle cronoscalate più difficili, selettive ed affascinanti al mondo, sebbene da alcuni anni manchi dalle vetrine più importanti, dopo essere stata regina stabile dei palcoscenici europei ed italiani.
L’auspicio che torni un giorno nel Civm, accomuna ovviamente anche Domenico Scola.
Il lupo silano ha qui centrato tre volte il successo: nel 2012 con la PA21 del nonno, a passo di record, nel 2014 con la PA2000 libera sul percorso lungo e nel 2018 con una Osella di formato CN.
Le quattro partecipazioni non si sono convertite in altrettante vittorie solo per quanto accadde nel 2015, quando dopo pochi metri si ruppe il motore della sua vettura, lasciandolo mestamente col colpo in canna.
Il campione cosentino arriva alla Coppa Sila 2022 dopo uno stop di qualche settimana, legato alla nascita della sua seconda figlia e sarà ancora al volante della PA2000 di casa Samo Competition, con il focus preciso di centrare il successo fra le strade che lo hanno visto crescere, malgrado la concorrenza non sia affatto facile da deglutire, con nomi e vetture antagoniste di alto cabotaggio.
Il cammino in Civm del driver della Scuderia Ateneo è stato fin qui molto premiante e l’auspicio, visto il feeling mostrato con la barchetta sport due litri della Samo Competition, è di disputare al meglio anche la residua parte di stagione.
Secondo Scola, non esiste una porzione più facile o meno difficile della salita calabra, indistintamente complicata in tutte le parti della strada ed in ogni versione organizzata nella storia, più o meno estesa come chilometraggio.
Va da se’ che la versione più lunga sia anche quella più stressante a livello fisico e meccanico, ma in generale la Coppa Sila, a causa delle tante ripartenze e delle frenate, che finiscono col trasferire calore ai cerchi e quindi di riflesso anche alle gomme, già provate nella loro usura da tantissimi cambi di direzione con molteplici raggi di curvatura, è costituzionalmente una crono molto, molto dura per piloti e vetture.
Un cruccio di Domenico Scola, comune anche in questo caso a chi la Sila la conosce bene, è che il manto asfaltato non versi in ottime condizioni, a causa dei numerosi camion che lo attraversano incessantemente, sottoponendolo ad un calpestio molto severo per il bitume, già provato dai fenomeni termici estremi tipici delle altitudini abbastanza importanti.
La sua contestuale speranza è che possa essere presto praticato un completo ripristino dell’asfalto, scarificandolo e ricostruendo in toto il binder, come fatto con successo dall’Anas a Gambarie.
Comunicazione Scuderia Ateneo
Foto dal profilo Facebook del pilota